Il mondo del calcio piange la scomparsa di Sven-Goran Eriksson: una morte già annunciata, un esempio di stile
LUTTO NEL MONDO DEL CALCIO
ll ct svedese a inizio anno aveva annunciato l suo tumore al pancreas a inizio anno. Qualche giorno fa il suo messaggio d'addio
L'EDITORIALE di Gianluca Scanu
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Quando a Le Iene aveva annunciato il suo tumore al pancreas, si sapeva già quale fosse il destino. Un toccante invito, che recitava "prendetevi cura di voi stessi e prendetevi cura della vostra vita. E vivetela", preannunciava la sua morte poi avvenuta ieri mattina. Una morte che, ovviamente, ha lasciato un vuoto profondo nel cuore di tutti coloro che lo conoscevano e lo ammiravano, di tutti gli amanti del calcio, da quel catino romano dove fece la fortuna da allenatore - in particolare sulla panchina della Lazio - alla sua natia Svezia, dove tra Torsby, Sfahila, Karlskoga e Frolunda mise 200 presenze in 9 anni. Un addio con stile, contraddistinto dalla serenità con cui lo svedese ha affrontato il suo ultimo avversario, un tumore al pancreas fatale.
Esempio di stile. Le sue capacità tecniche passano in secondo piano di fronte alla sua eleganza e alla compostezza, sia dentro che fuori dal campo. La sua personalità pacata e il suo approccio metodico lo rendevano un esempio di stile e professionalità. Eriksson era un uomo di poche parole, ma ogni sua dichiarazione era ponderata e significativa. La sua capacità di mantenere la calma anche nelle situazioni più difficili gli ha guadagnato il rispetto di giocatori, colleghi e tifosi. Giocatori e allenatori come quel Simone Inzaghi, oggi ct dell'Inter, con cui vinse lo scudetto nella stagione 1999-2000, che per lui fu "fonte d'ispirazione". Giocatori e allenatori come Roberto Mancini, che ha pubblicato un filmato con lui ai tempi della Lazio, come Pagliuca, Ravanelli, Rooney, Owen, financo la premier Meloni, che ha condiviso l'ultimo tweet dello svedese esprimendo vicinanza alla famiglia
Amato da tutti. Amato da giocatori, allenatori, e anche tifosi: non c'era e non c'è maglia che tenga, di fronte a un uomo come lui. Sven-Goran Eriksson era amato da tutti, anche dai laziali ai tempi in cui guidava la Roma e dai romanisti ai tempi in cui vinse tutto in Italia con la Lazio. La sua umanità e il suo rispetto per il gioco e per gli avversari lo rendevano una figura rispettata e ammirata in tutto il mondo del calcio. Sui social, le reazioni dei club alla sua scomparsa sono state unanimi: un coro di affetto e gratitudine per un uomo che ha lasciato un'impronta indelebile nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo. Un vero e proprio esempio, amato da tutti.
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