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Ombre a San Siro, di quella sera: l'Inter vede le streghe

#SOTTOPROCESSO INTER IN CRISI

Gli spettri di una possibile annata stile 2022-2023 si abbattono sui nerazzurri: dopo il pareggio col Monza e la sconfitta di domenica sera nel derby

MILANO
A cura di Gianluca Scanu

La storia c'insegna che l'essere campioni d'Italia non vuol dire che la riconferma del livello top dell'annata precedente debba essere l'unico risultato esistente, vero. Se il bello del calcio è l'imprevedibilità, il ritorno alla vittoria del Milan in un derby che vedeva nuovamente favoriti i nerazzurri non è così tanto clamoroso (oltre che è un risultato meritato, visto il gioco espresso, soprattutto nel secondo tempo). Non si può sempre vincere il derby (anche se la Juventus ha smentito l'incipit del cinquantennale testo dei The Roker), vero. Ma non si nemmeno può perdere in un momento così importante, in cui serviva dare risposte dopo il pari di Monza e la prestazione più che ottima di Manchester, e soprattutto non si può perdere come è accaduto domenica: è bastata una serie di tocchi di Pulisic, prima del suo gol, per rievocare spettri inquietanti di un recente passato ai campioni d'Italia.

TILT TOTALE. Tutto sbagliato, nel gioco messo in atto dai giocatori nerazzurri: approccio, mentalità, atteggiamento tattico, nervi. Inzaghi principale indiziato, perché come dice un famoso detto: il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Il vizio di stravolgere il centrocampo nel suo miglior momento, frutto della tensione che gli ha impedito di tenere le redini del match fino all'ultimo minuto, a differenza degli altri 7 derby vinti in panchina nerazzurra. Il Milan, con una serie negativa legata al dito, non è stato certo a guardare, e ha sfoderato una prestazione di fame ed orgoglio, forse rinforzato dalla scossa data dall'ipotesi di esonerare Fonseca. Il risultato è un dominio di cui l'Inter è rimasta in balia, commettendo errori sia nelle individualità, sia collettivi: su tutti il disordine tattico in campo, tutto il contrario di quanto visto a Manchester. Molto simile a quello di Monza, primo campanello d'allarme. Perché da rullo compressore a cartella compressa è un attimo, e i nerazzurri devono fare assolutamente attenzione.

PASSATO OMBROSO. La chiave negativa, in tal senso, è la convinzione dei nerazzurri della vittoria sicura, visti i precedenti recenti. Vittoria sicura per un semplice motivo: sottovalutazione dell'avversario. Fonseca partiva sfavorito, ma Inzaghi ha preferito restare fossilizzato nel suo schema classico, credendo di avere in tasca il match: da lì l'incapacità degli attaccanti di sfondare e la difficoltà in fase difensiva, senza punti di riferimento, con Acerbi e compagni quasi sempre fuori posizione, lasciando varchi agli attaccanti rossoneri. La tensione del ct emiliano non è certo nuova, spesso in occasione della stracittadina. Ma il passato, come detto, insegna. Lo scudetto perso all'ultima giornata nel 2022 ne è testimone, ma anche le 12 sconfitte in una stagione assurda che si concluse con la Coppa Italia e la Supercoppa, oltre che la finale di Champions League. Per non dimenticare le annate post scudetto di Milan e Napoli. Quel passato è da dimenticare, ma non del tutto: testa bassa, lavorare e ritrovare la grinta necessaria. Il gap dalla vetta non è ampio, ma solo 8 punti in 5 partite è una statistica preoccupante: con Stella Rossa e Udinese serve scacciarne gli incubi.

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